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Il protagonista principale era un esperto avvocato del Foro di Avellino che, assieme ad alcuni colleghi, si adoperava per ‘inventarsi’ l’ennesimo incidente, costruendo la dinamica e il fascicolo del sinistro, curando i dettagli in ogni singola fase.
L’avvocato e i suoi sodali si avvalevano anche dei contatti con un giudice di pace e un cancelliere. Quest’ultimo si è rivelato come figura strategica dell’organizzazione, in quanto nella fase di iscrizione a ruolo, ‘pilotava’ il fascicolo del finto sinistro dirottandone l’assegnazione al giudice di pace compiacente. “Il dispositivo delle sentenze, in questo modo, non poteva che essere favorevole e blindato”, spiegano gli inquirenti.
(ITALPRESS).