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Silverstone, Becketts Stand - Foto David Ashcroft
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Dopo la doppia gara di esordio in Austria, la Formula 1 conta di spostarsi in Gran Bretagna per l’appuntamento di Silverstone. Un viaggio complicatosi dopo l’obbligo di quarantena decretato dal premier Boris Johnson per tutti i viaggiatori provenienti dall’estero. Il periodo di due settimane di auto-isolamento, infatti, costringerebbe il circus a fermarsi fin troppo a lungo prima di poter ritornare in pista per proseguire il tortuoso cammino di questo Mondiale 2020. Ma c’è un’ipotesi, nemmeno troppo lontana dalla realtà . È il virologo britannico Jeremy Rossmann, in un’intervista all’Independent, a proporre una mini-quarantena di cinque giorni: “I test attuali non sono abbastanza sensibili per rilevare il virus entro i primi due giorni dall’infezione – ha spiegato il virologo -. La maggior parte delle persone avrà un virus rilevabile entro 3-5 giorni, quindi testare tutti tre volte nell’arco di cinque giorni darebbe la certezza che la maggior parte delle persone non siano infette“.
Impossibile, invece, eliminare completamente il rischio. Anzi, un evento internazionale di questo calibro potrebbe tramutarsi facilmente in un focolaio di contagio: “La natura internazionale di questo evento è una delle maggiori cause di preoccupazione. Non credo sia possibile eliminare il rischio associato all’evento, sebbene sia possibile minimizzarlo con uno sforzo significativo di tutte le persone coinvolte“. Intanto Nigel Huddleston, ministro del turismo inglese, ha spiegato a Forbes di aver “notato e compreso” il suggerimento di Rossman.
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