Paulo Fonseca - Foto Antonio Fraioli
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Sotto gli occhi di Mourinho, la Roma di Fonseca batte 3-2 il Manchester United e perde la finale tra i rimpianti per quel 6-2 dell’andata maturato in un secondo tempo disastroso ad Old Trafford. In una settimana sconvolta dall’annuncio di Jose Mourinho a partire dalla prossima stagione, la Roma cambia veste (dal 3-4-2-1 al 4-2-3-1), vince, sfiora il gol della speranza e sbatte contro un De Gea al top come mai gli è capitato di fare in questa stagione. Tanto cuore ma anche tanta sfortuna per i giallorossi che se ad Old Trafford hanno perso tre calciatori per infortuni nel primo tempo, oggi hanno dovuto fare a meno nel primo tempo di Smalling. Da un problema, nasce una risorsa: Darboe, classe 2001, entra in campo con personalità e guida il centrocampo da veterano, spezzando azioni e impostando manovre. Oltre al secondo tempo di Manchester, i rimpianti stanno tutti in quel frangente di gara che ha visto De Gea parare tutto sul 2-1 per i giallorossi. Sul parziale di 3-1, sarebbe stata un’altra partita e la Roma avrebbe potuto regalarsi un’ultima mezz’ora da sogno da giocare. Pali, miracoli e traiettorie strane. La Roma si arrende con l’ingresso in campo di Matic e la rete di Cavani (doppietta, solo Altafini ha segnato più gol alla Roma in carriera) che chiude il discorso finale. Ma Fonseca ci tiene a vincere e lo fa. Dentro un altro baby, Nicola Zalewski, classe 2002, nel giro delle selezioni giovanili polacche e autore del tiro che ha propiziato l’autogol di Telles per il 3-2. Non basta per passare, basta eccome per il morale dopo una serie di risultati negativi in campionato. Ora quattro giornate per difendere il settimo posto e salvare il salvabile prima di cambiare corso. Paulo Fonseca intanto saluta l’Europa da signore: “Con me Mourinho mai scorretto, non ha bisogno dei miei consigli”. Si pensa al presente ma il futuro sembra già arrivato.
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